Altro “punto caldo”, per non dire “caldissimo”, della storia della Chiesa è l’Inquisizione. Terribile e terrificante, intollerante e prevaricatrice, oscurantista e retrograda…a detta della cultura ufficiale.
Ma pochi sanno che tutte queste aggettivazioni non solo
non corrispondono alla realtà dei fatti, ma, anzi, sono state
costruite appositamente; da una parte, per attaccare il
Cattolicesimo, dall’altra, per deconcentrare l’attenzione sulla
grande intolleranza laica degli Stati moderni.
Prima
di tutto, per capire veramente cosa fu l’Inquisizione bisogna
conoscere quando e perché essa nacque. Il punto di partenza è il
XII secolo (quindi Medioevo pieno), ma poi essa si svilupperà e
diventerà sempre più protagonista nel corso dei secoli successivi.
Ma
perché nel XII secolo? Perché allora vi fu un fenomeno eretico a
cui appunto è legata la nascita dell’Inquisizione, il Catarismo.
Procediamo
con ordine. Per capire bene il conflitto tra Cattolicesimo e
Catarismo, bisogna tener presente una cosa molto importante, e cioè
che nella società cosiddetta “premoderna” eresia e sovversione
politica coincidevano. Non nel senso che la civiltà medioevale si
fondasse su una identificazione teocratica del potere religioso con
quello politico e viceversa (anzi, da questo punto di vista, va detto
che il Medioevo rifiutò, a differenza di quanto si pensi, qualsiasi
deriva teocratica), ma nel senso che questa civiltà, basandosi su un
principio di distinzione e non di separazione dei
poteri, considerava necessaria la collaborazione tra Impero e Chiesa,
tra politica e religione. Così, tutto ciò che andava a
compromettere l’integrità del Cristianesimo veniva visto come una
minaccia anche per l’integrità dell’organizzazione dello Stato.
Prima
del Mille vi erano state numerose eresie, ma piccole, circoscritte,
con un’audience
–diremmo oggi- limitato; nessuna, insomma, veramente di massa. Il
Catarismo, invece, fu la prima eresia di massa. Grazie
all’intensificarsi delle relazioni fra Occidente ed Oriente, si
propagò con rapidità impressionante. I catari si presentavano con
diversi nomi (non solo “catari” ma anche “albigesi”,
“pauliciani”, “bogomili”, “bulgari” e altri ancora), ma
tutti erano accomunati dalle stesse credenze, che si presentavano in
questa successione logica:
- L’esistenza di due divinità. Una buona, creatrice delle realtà spirituali; l’altra cattiva, creatrice delle realtà materiali.
- Da ciò scaturiva un’avversione per le realtà materiali, come la natura, il corpo, ecc.
- Pertanto, il mettere al mondo figli era considerato un peccato gravissimo, perché, così facendo, si dava possibilità alla divinità cattiva di continuare ad imprigionare lo spirito nella materia.
- Per questo i catari propagandavano la legittimità di qualsiasi perversione sessuale, purchè infeconda.
- Avevano un unico sacramento (il consolamentum), che poteva essere ricevuto una sola volta nella vita. Se si fosse peccato dopo averlo ricevuto, la perdizione era certa.
- Proprio perchè il consolamentum poteva essere praticato una sola volta nella vita, molti decidevano di suicidarsi con la pratica dell’endura, il suicidio assistito dopo aver ricevuto il sacramento: i malati venivano soffocati col fazzoletto che ogni cataro portava con sè, i bambini venivano lasciati senza cibo.
- I catari si distinguevano in perfetti ed in semplici credenti. I primi non mangiavano carne, uova, latte e tutto ciò che fosse frutto di procreazione. Gli altri potevano abbandonarsi a qualsiasi nefandezza.
Ma
ora chiediamoci: se la dottrina dei catari era così poco simpatica,
come mai riscuoteva tanto successo? I motivi furono molteplici.
Indubbiamente la vita austera dei perfetti
colpiva i poveri. Ma attenzione, gli studi più aggiornati hanno
smontato l’interpretazione marxista e ci dicono che ad aderire a
questa eresia non furono solo i poveri, ma anche molti borghesi e
perfino nobili. Molti signori ghibellini, infatti, videro nel
Catarismo una possibilità concreta per contrastare il potere del
Papa. E –va anche detto- il Catarismo approfittava di una certa
ignoranza del clero. Non
dimentichiamoci che l’istituzione dei seminari e la pratica
dell’insegnamento obbligatorio del catechismo vennero con e dopo il
Concilio di Trento.
Veniamo
adesso ai fatti. Ci rifacciamo soprattutto alla situazione francese
(la cosiddetta Crociata contro gli albigesi)
perché fu da qui che si ebbe l’imput per
la nascita dell’Inquisizione. Nel 1017 Orleans fu quasi interamente
conquistata al Catarismo dalla predicazione di una donna italiana.
Gli eretici inviarono loro missionari in tutta la Francia e fu così
che il re Roberto il Pio, Guglielmo, conte d’Aquitania, e lo stesso
imperatore Enrico III decisero di colpirli duramente. Si
badi che questi potenti non erano preoccupati del Catarismo per
motivi di fede (si dice che il conte Guglielmo
fosse un convinto “mangiapreti” e perfino sostenitore della
simonia), quanto per motivi sociali: i catari non riconoscevano il
giuramento (e tutta la società medievale si basava sul giuramento),
ammettevano, come abbiamo già detto, la sodomia, il suicidio, ecc.
Però, dinanzi a questi duri interventi militari, i predicatori
cristiani cercarono di intervenire. San Bernardo
di Chiaravalle andava dicendo un po’ dappertutto:“Si
convincano gli eretici con gli argomenti, non con le armi”.
Va detto inoltre che non
era solo il potere politico a “cacciare” il cataro; anche il
popolo, molto spesso esasperato da un’eresia
che strappava i figli ai padri, utilizzava la mano pesante.
Allora
cosa bisognava fare? Bisognava evitare che il potere politico
continuasse a gestire strumentalmente la lotta all’eresia. Nei
linciaggi popolari, poi, poteva capitarci chiunque, anche colui che
veniva ingiustamente sospettato. Solo la Chiesa
poteva veramente individuare chi fosse eretico e chi no. Fu così che
nel 1139, papa Innocenzo II, al Concilio Laterano, proclamò il
principio secondo cui doveva essere la Chiesa ad individuare le
eresie. Ecco l’Inquisizione, che prevedeva l’investigazione
d’ufficio. Insomma, pochi lo sanno, ma l’Inquisizione nacque a
garanzia dell’eretico.
Dapprima
l’Inquisizione venne affidata ai vescovi (inquisizione
episcopale). Ma vi furono dei problemi: molti
vescovi avevano dei parenti eretici, per cui cercavano di chiudere un
occhio. All’Inquisizione episcopale seguì l’inquisizione
legatizia. Si affiancò al vescovo un legato
pontificio, che doveva rispondere direttamente al Papa. Ma anche
questa iniziativa fallì. Furono soprattutto i signori feudali a mal
gradire sui loro territori la presenza d’un legato pontificio. Fu
così che nacque l’inquisizione monastica.
San Domenico di Guzman (collaboratore dell’Inquisizione e scampato
a diversi attentati) fondò un ordine colto, povero e dedito alla
predicazione itinerante, e nacquero i Domenicani, a cui fu affidata
l’Inquisizione. A loro furono poi affiancati i Francescani.
Per
finire, due piccole grandi notizie per far capire ai lettori quanto
sia stata strumentalizzata la Crociata contro
gli albigesi. Questa non cominciò per un
capriccio, ma per un fatto molto grave, l’assassinio dei legati
papali ad Avignone; in un clima in cui gli eretici continuamente
tendevano agguati agli inquisitori, e di questi parecchi finivano
trucidati. Lo stesso san Domenico rischiò più volte la pelle.
L’altra notizia è legata a ciò che è scritto su molti libri di
scuola (soprattutto francesi), e cioè che Arnaldo Almarico (legato
di Innocenzo III), non essendogli facile distinguere tra albigesi e
non, avrebbe detto cinicamente: “Uccideteli
tutti; Dio riconoscerà i suoi”. Ebbene, si
tratta di un grande falso, inventato da Cesario
di Heisterbach nel suo Libro dei Miracoli,
una sessantina di anni dopo. La cosa è nota agli storici fin dal
secolo scorso, ma continua ad essere ricordato ai nostri figli.
CORRADO
GNERRE