mercoledì 22 ottobre 2014

Sinodo e dintorni . di Massimo Viglione

sinodo famiglia
Finalmente e' finito  il Sinodo
Mi ricordo che quando Marino venne eletto sindaco di Roma, molti cattolici sempre sorridenti e ottimisti, buonisti ed ecumenisti, dissero che Marino meritava non le critiche preconcette (come se non lo conoscessimo già) ma la nostra fiducia. dove sono costoro ora? Sono gli stessi che ci dicono di dare fiducia al clero che guida oggi la Chiesa e di essere sorridenti e ottimisti dinanzi agli eventi che stanno accadendo. cosa ci diranno domani?
 Bentornata indignazione Alla fine di questo sinodo, sembra che i cattolici di “buone idee e sentimenti” possano tirare un sospiro di sollievo: non v’è dichiarazione che i divorziati risposati possono accedere ai sacramenti. E così, già appaiono i primi trionfanti titoli e articoli dei soliti noti (specialmente di coloro che hanno molto da perdere nel difendere la Verità tutta intera contro chi guida la Chiesa oggi) che acclamano alla sapienza di Papa Francesco, ecc. ecc., facendo quello che ormai da anni, e con progressivo sempre minore ritegno intellettivo, fanno ogni giorno con sempre maggiore destrezza professionale: dirci, dall’alto della loro pontificale sapienza e tramite asserviti strumenti di informazione mediatica, che “il cielo è verde e l’erba è azzurra”, come se niente fosse, anzi, con la spocchia di coloro che sono gli unici a capire. 
Occorrerebbe ricordare loro che negare la verità certa dei fatti compiuti è peccato contro lo Spirito Santo. Inoltre, nemmeno si accorgono che ormai nessuno crede più alle loro asservite ciancerie, eccetto chi lo fa per atavica sottomissione intellettiva (o per incurabile buonismo affettivo). Come già detto in un precedente mio articolo, questo sinodo si è caratterizzato per un’inversione dei ruoli, almeno in materia di morale e famiglia. 
Mentre con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI (ma in questo campo specifico anche con Paolo VI) i papi svolgevano il ruolo di trattenitori delle spinte centrifughe dei progressisti in nome della difesa del magistero di sempre e del diritto naturale, con Bergoglio si è visto (e si vedrà) esattamente il contrario: un gruppo di cardinali che cerca di frenare un papa che corre in avanti senza guardare in faccia a nessuno (a partire dai suoi predecessori), non solo scegliendo fra i suoi collaboratori tutti esponenti – a volte anche estremisti, come Kasper o Enzo Bianchi solo per fare alcuni esempi – del progressismo , ma anche con una serie di innumerevoli dichiarazioni, con un crescendo esponenziale nelle ultime settimane, sulla necessità della misericordia, del cambiamento, del «Dio che ci sorprende», dell’adattamento, dell’accoglienza, e non solo dei divorziati risposati, ma anche degli omosessuali, scatenando e mandando alla ribalta tutta una serie di personaggi con dichiarazioni allucinanti che stanno al di fuori non solo della dottrina, ma a volte perfino della semplice logica (ad esempio il card. Baldisseri, di cui ho parlato sempre nel precedente articolo). 
Negare che la volontà di Bergoglio era quella di arrivare all’apertura della “misericordia” verso tutti e quindi al permettere la Comunione ai divorziati risposati come prima meta e prepararne l’accesso agli omosessuali (a quelli che “si amano”, s’intende, come ha detto il card. Marx, a quelli cioè che da trent’anni sono candidi fringuellini che tubano amorosamente) come seconda, è per l’appunto affermare che il cielo è verde e l’erba azzurra. E affermarlo anche con stizza e ironia verso quei poveri stupidi che pensano ancora che il cielo sia azzurro e l’erba verde. 
C’è uno sconfitto in questo Sinodo, checché ne dicano i sostenitori del cielo verde: è colui che non ha ottenuto quello che voleva ottenere e per la qual cosa aveva scatenato, se così si può dire, una “gioiosa macchina da guerra” sostenuta ovviamente dal mondo mediatico. Questa gioiosa macchina da guerra (inutile fare i nomi e i cognomi dei condottieri e dei soldatini, li abbiamo letti ogni giorno con le loro perfide, eretiche e a volte patetiche e farneticanti dichiarazioni) è stata fermata da alcuni cardinali che hanno fatto muro in nome della fedeltà alla vera dottrina del Vangelo e del Magistero universale della Chiesa (quella del cielo azzurro, insomma). 
Fra questi è doveroso ricordare il card. Müller e il card. Burke: tutti abbiamo letto le loro forti e giustamente indignate dichiarazioni (il card. Müller: «Relazione vergognosa», riferito a quella del card. Erdő; il card. Burke: «mi offende nel profondo l'idea che, fino a oggi, i vescovi e i sacerdoti non sarebbero stati misericordiosi», riferito direttamente alle parole di Bergoglio). Mi è piaciuto molto il ritorno dell’indignazione, uno degli elementi cancellati dalla Chiesa postconciliare e che invece è asse portante della difesa della Verità, come Cristo stesso ci ha più volte dimostrato nel corso della sua predicazione pubblica.
 A loro va il nostro ringraziamento per aver messo i sassolini nell’ingranaggio. Ci hanno così ricordato che lo Spirito Santo può sempre cambiare il corso degli eventi anche all’ultimo momento. Naturalmente la gioiosa macchina da guerra è stata fermata ma non certo sconfitta. Innanzitutto, il 56% dei “padri sinodali” ha votato a favore del documento finale in cui si dichiara che si rimanda al prossimo sinodo del 2015 lo “scontro finale” (sempre in un mio precedente articolo – e ciò quindi costituisce prova al di sopra di ogni dubbio – avevo scritto che quest’estate avevo parlato con un arcivescovo del sinodo e che questi mi aveva confidato che se ne sarebbe usciti con un forte scontro e avrebbero alla fine rimandato tutto al Sinodo del 2015: occorre dire che l’arcivescovo ci ha preso in pieno… Il che lascia capire che in fondo le due parti erano perfettamente consapevoli di quanto stesse accadendo); inoltre, è ovvio che ormai lo scontro è stato portato sul campo aperto, e quindi da ora in poi, nei prossimi dodici mesi, vedremo sempre più vescovi prendere posizione nei fatti concreti e quindi acuire e preparare la “grande battaglia dei nostri tempi”, che va molto al di là del divorzio e perfino della questione omosessualista, perché coinvolge, in ultima analisi, la struttura stessa della fedeltà assoluta al Depositum Fidei da parte dell’intera Chiesa e del papa stesso. In fondo, come ha dichiarato il card. Baldisseri, «la Chiesa è storia»… (si è dimenticato “nella”).
 Bisogna impegnarsi nella ricerca per trovare una affermazione più eretica (e anche stupida) di questa, dai tempi di Cristo. Ma è una affermazione che dice tutto, però; qui in gioco è la natura stessa della Chiesa: immutabile “corpo mistico di Cristo al servizio della gloria di Dio e della salvezza delle anime” oppure “associazione umanitaria che opera nel divenire della storia”? Questo dovrà decidere il prossimo Sinodo del 2015: altro che Concilio Vaticano III! Sarà un sinodo la cui importanza supererà di gran lunga tutti i precedenti 21 concili della Chiesa messi insieme. 
Se Qualcuno non spariglia le carte prima, però… Avranno di che combattere e scontrarsi i nostri eroi. Ma una cosa è certa: è stato aperto il vaso di pandora e tutto esce fuori, ora. In pochi giorni abbiamo sentito venir fuori una dopo l’altra le più incredibili nefandezze dottrinali pronunciate da prelati, senza sosta, con una sguaiatezza e frenesia che lasciano trapelare lo stato del loro animo, un animo che, dopo una vita di lotta sotterranea, finalmente vede trapelare la possibilità concreta di avere l’appoggio di Pietro invece che la sua ostilità. Non è così? Qui, cari amici, non si tratta di dare torto o ragione a chi scrive o a chi per lui: ognuno nel profondo della propria anima sa perfettamente come stanno realmente le cose. E certo non può nascondere allo Spirito Santo la propria consapevolezza interiore. Siamo in guerra, signori, casomai fosse sfuggito a qualcuno. 
Un anno in trincea attende chi ama la Chiesa e la Verità, chi aderisce alla Tradizione e al Magistero universale della Chiesa, oltre che al rispetto del diritto naturale. Il nemico è dentro la fortezza, ormai. Ma, come Tolkien ci ha insegnato nell’assedio al Fosso di Elm, all’alba del quinto giorno arriverà la salvezza. A noi spetta di resistere con ogni forza e sperare contro ogni speranza. E noi lo faremo, con l’aiuto di Dio e della Madre del Verbo Incarnato. 
Massimo Viglione
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