domenica 16 febbraio 2014

Kit porno nelle scuole Svizzere

Molestie di stato sui bambini?
Due anni fa, nella Svizzera tedesca, la petizione contro la «sessualizzazione della scuola pubblica» raccoglieva 92.000 firme. Nello specifico, genitori, pedagoghi e semplici cittadini avevano contestato la presentazione di peni di legno e vagine di peluche.

Il famoso «Plan d’enseignement 21» – che doveva entrare in vigore nel 2014 – si è attirato i fulmini di una gran parte della popolazione, primi fra tutti i giovani UDC della regione di Lucerna, da dove è partita la petizione. 
L’iniziativa congiunta dell’Ufficio federale per la Sanità pubblica e del Ministero per l’Istruzione pubblica è volta ad inserire dei corsi obbligatori di educazione sessuale a partire dai giardini d’infanzia. A tale scopo, come “integrazione” degli insegnamenti, tanto nelle scuole materne quanto nelle elementari dovevano esserci anche dei «kit di formazione» da distribuire piuttosto particolari: essenzialmente delle «scatole sessuali».

Queste magiche scatole contengono, fra l’altro, dei peni in legno e delle vagine di peluche; ma non vanno dimenticati i manuali che incoraggiano i piccoli a toccarsi ed a scoprire sia il proprio corpo che quello degli altri. Base pedagogica è il libro di disegni e fumetti Lisa und Jan, che contiene, fra le varie immagini,  una bambina che si masturba mentre un’altra la guarda, un bambino che si tocca sotto le coperte illuminandosi i genitali con una torcia, una donna che infila un preservativo ad un uomo, un bambino che spia dalla finestra i genitori impegnati in un atto sessuale (controllate con i vostri occhi)…

La Posta svizzera ha già preso posizione contro la distribuzione di tale materiale che giudica palesemente pornografico. Per i più grandi poi (dai 6 ai 10 anni), si affrontano i temi della masturbazione, dei preservativi, dell’orientamento sessuale, della prima masturbazione o ejaculazione collegandoli alla contraccezione, all’aborto ed agli orientamenti sessuali nei 13enni (problematiche che rimandano alla Francia con la teoria del genere).

La legge non è ancora entrata in vigore in Svizzera, ma già in molte parti del Paese – soprattutto nella Svizzera di lingua francese – si sono già attivati dei corsi.

Andando sul sito del programma ministeriale, alla rubrica «Notions», ci viene insegnato che:

«Un’educazione sessuale che abbia un approccio basato sul diritto, fornisce ai giovani le conoscenze essenziali, gli orientamenti, le capacità ed i valori dei quali essi hanno bisogno per vivere appieno la loro sessualità con il piacere fisico, psichico ed emozionale che l’accompagna. L’educazione sessuale dovrà aiutare i giovani ad ottenere delle informazioni corrette, a  sviluppare delle attitudini atte a fronteggiare la vita e delle attitudini e dei valori positivi».

L’obbiettivo finale è:

«La scuola viene in aiuto alla famiglia per l’educazione sessuale dei giovani. Uno dei compiti fondamentali è fornire a tutti i bambini od adolescenti delle informazioni di base relative al corpo ed alla sessualità e trasmettere loro valori e norme della nostra società in questo campo così centrale della vita».

Una volta ancora, la «scuola pubblica» si immischia nell’educazione dei bambini, attribuendosi le prerogative dei genitori per poi poter inculcare in loro una visione della sessualità assolutamente contestabile. Troverete qui la lettera sul tema indirizzata  dalla Conferenza dei vescovi svizzeri ai genitori ed ai responsabili politici.

Traduzione per EFFEDIEFFE.com a cura di Massimo Frulla

Fonte > 
Reseau International
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