La Shoah ha sfrattato il crocefisso
Il Giornale 29\01\14
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Perché
un evento tragico di settant'anni fa, unico tra gli orrori, tiene banco
in maniera così prolungata, unanime e pervasiva nei media e nelle
rievocazioni? Perché col passare degli anni anziché sopirsi, si acuisce
la memoria della Shoah, oggi più di trent'anni fa? Non intendo aprire
polemiche, si tratta di domande vere.
Provo a rispondere senza fare alcuna valutazione. La Shoah
sta prendendo il posto della crocifissione di Gesù Cristo. Ovvero è
l'Evento Cruciale che segna il Lutto Incancellabile per l'Umanità, lo
Spartiacque Unico dei tempi e l'avvento del Male Assoluto, con la
Redenzione seguente.
Stavolta non è il Figlio di Dio a finire in Croce e sacrificarsi per
noi, ma è un popolo a essere immolato, eletto o maledetto secondo le due
versioni classiche, e a redimere l'uomo dal Male. Benché Assoluto, il
Male stavolta è storico e non satanico. E prelude non alla Resurrezione
ma alla Liberazione. Non l'ascesa dei risorti in cielo ma la liberazione
degli insorti in terra. Non riesco a trovare altra spiegazione
all'Enfasi Assoluta, Indiscutibile, Indelebile sulla Shoah.
Questo forse spiega il tacito, inesprimibile fastidio che sfiora
quanti pure non c'entrano nulla coi negazionisti e coi razzisti né
denunciano campagne di speculazione sull'olocausto: Cristo ieri messo in
croce oggi messo tra parentesi. Con Lui si relativizza la fede, la
civiltà cristiana. Al Suo posto c'è la Shoah, religione dell'umanità,
Auschwitz prende il posto del Golgota e il 27 gennaio sostituisce il
Venerdì Santo.