mercoledì 21 dicembre 2011

Il genocidio della Vandea

Quei 100.000 km quadrati, quelle 770 parrocchie insorte, quegli 800.000 abitanti “non hanno alcuna caratteristica distintiva comune”. Appartengono a province diverse, obbediscono ad abitudini diverse, non hanno avuto una storia comune; la Vandea è, pertanto, nata da un rifiuto.
 
La rottura si consuma il 12 luglio 1790, con la proclamazione della Costituzione civile del clero, clero tenuto in grande stima dal popolo per la sua onestà ed il suo eroismo. La caduta di fiducia e il conseguente rifiuto di qualsiasi dialogo induce le autorità a degenerare in misure vessatorie, moleste, arbitrarie e talvolta violente.
 
L’insurrezione scoppia nel marzo 1793, in occasione di una nuova massiccia coscrizione obbligatoria, urgente per la pressione esterna di austriaci e prussiani. In un brevissimo spazio di tempo e in modo spontaneo la Vandea insorta è in grado si schierare un’armata efficace non solo in azioni di guerriglia, ma anche di inquadrarsi in campo aperto; un esercito che per lungo tempo ha il sopravvento sull’armata rivoluzionaria dell’ovest, suscitando l’ammirazione non solo di Napoleone ma anche di Tureau. Ma alla fine la sproporzione delle forze in campo ne ha ragione e tra ottobre e dicembre si consuma la disfatta. Eppure la Vandea vinta non è ancora “convertita”.
 
Il nuovo regime è consapevole di correre un grave pericolo e ad esso è proporzionata la repressione. Il 17 gennaio 1794 il generale Tureau ordina la distruzione totale della regione con le parole “Libertà, fraternità, uguaglianza, o morte”. Percorsa dalle “colonne infernali” la Vandea conosce così un terribile genocidio, che durerà  fino al 27 luglio 1794.


Ci si trova di fronte al primo genocidio ideologico della storia.

Quando si studia la Rivoluzione Francese  si nota subito un  certo stridore tra il tono entusiasta e gioioso dei libri nel raccontare i fatti, e i fatti stessi; ci si  chiede come fosse possibile parlare di giudizi sommari, teste mozzate, cadaveri ammucchiati e soprusi di ogni genere, come si fosse trattato di una grande festa nazionale in cui tutti si volevano un gran bene. 
“E la violenza, le stragi, gli orrori”?

Mi si spiegò che si trattava di “cattivi”, gente che se lo meritava, traditori, mangiapane a tradimento nel migliore dei casi, persone da eliminare, insomma.Sconcertante.

Ed è ancor più sconcertante, a mio parere, che questo sia, in fondo, il pensiero che a tutt’oggi molti continuano ad avere nei confronti di un evento storico sì di fondamentale importanza per quella che sarebbe divenuta l’Europa moderna, ma al tempo stesso totalmente antitetico nei fatti e nella pratica a quei medesimi principi di libertà, uguaglianza e fraternità che propugnava, ma che per primo tradì, e nel peggiore dei modi.

Eppure questo non si dice quasi mai, o al massimo si sussurra con un certo timore, come se si trattasse di qualcosa di marginale o poco rilevante o addirittura necessario ad imporre le nuove idee.

Ecco il punto, imporre.

Quasi tutti gli uomini, le donne e persino i bambini ghigliottinati durante il Terrore, erano innocenti sulla cui testa non pendeva alcun reato, tranne quello di avere delle idee e di volerle osservare e perseguire anche se contrarie a quelle che si volevano loro imporre dall’alto.

Nessuno dei capi rivoluzionari cercò mai il dialogo o una parvenza di discussione con coloro che, ed erano tanti, non condividevano quei principi che avrebbero finito per cambiare il volto alla Francia e non solo, preferirono torturare, massacrare, eliminare senza distinzioni e senza pietà ogni “ostacolo”, usando valori sacrosanti e pienamente condivisibili a pretesto delle nefandezze perpetrate contro cittadini inermi e avversari politici.

I capi rivoluzionari non erano affatto filantropi, ma astuti, ambiziosi e sanguinari despoti, abilissimi nello sfruttare il legittimo malcontento popolare per fini non solo puliti e non solo universali; gli oppositori, i nemici, i “cattivi” da togliere di mezzo erano, in fondo, tutti coloro che stavano dall’altra parte, quelli che osavano dissentire, uomini e donne di idee diverse, magari antitetiche, ma non per questo senza ragione di esistere.

Ho sempre pensato che l’orrore, l’arbitrio e il sopruso non abbiano colore politico, e purtroppo non esiste schieramento, bandiera, ideologia o istituzione che, nel corso della Storia, non si sia macchiata di gravi crimini. Compresi i rivoluzionari francesi.

La Vandea era una regione occidentale in cui vigeva una società prettamente contadina, cristiana e realista; la miccia che portò allo scoppio della guerra civile fu la ribellione dei vandeani nei confronti di uno Stato che aveva continuamente bisogno di reclutare dalle campagne giovani da mandare al fronte, che così venivano tolti alle famiglie e al lavoro dei campi, messo già a dura prova da tasse inique e continue carestie.

Combattendo sotto l’insegna del Sacro Cuore, i vandeani, coraggiosi e idealisti ma inferiori per numero ed equipaggiamento, furono letteralmente massacrati dalle “fraterne” truppe parigine, finché non ne rimasero stramazzati al suolo oltre 117.000.

A colpire non è solo il numero impressionante di vittime, ma anche i metodi di sofisticata e inaudita crudeltà usati per uccidere: gruppi di persone vennero legate e imbarcate su zattere fatte in seguito affondare, altri furono gettati dalla sommità delle mura cittadine.Roba da fare invidia ai peggiori nazisti.

L'eccidio dei Vandeani. Il Film "La storia della Vandea Francese".
Le vittime della Rivoluzione Francese, della nascente Repubblica liberale . Liberta' per tutti , tranne per i Cattolici, sterminati, assassinati.La loro colpa  aver deciso , scelto la propria liberta' contro il seme  di tutte le dittature che hanno sconvolto il mondo.





Il Professor Pierre Chaunu, una delle autorità per la storia moderna, membro dell'Institut de France cosi' riassume gli avvenimenti

Il popolo si ribellò per difendere la sua fede. Il Direttorio voleva imporre la coscrizione militare obbligatoria (è una loro invenzione perché fino ad allora solo i nobili andavano a far la guerra e per il tributo del sangue erano esonerati dalle tasse). Nello stesso giorno chiudono tutte le, loro chiese. I contadini vandeani si sono ribellati: allora tanto vale morire per difendere la nostra libertà. Hanno imposto ai nobili, assai refrattari, di mettersi al comando dell'esercito cattolico di Vandea e sono andati al massacro, perché sproporzionata era la loro preparazione al confronto di quella dell'esercito di Clébert. Così la Vandea è stata schiacciata senza pietà. Ma vorrei ricordare che sotto le insegne del Sacro Cuore combatterono anche dei battaglioni dei paesi protestanti della Vandea. Cattolici, protestanti ed ebrei affrontarono insieme la ghigliottina, per esempio a Montpellier, per difendere la libertà.

Questo è il capitolo più orrendo. Nel di cembre 1793 il governo rivoluzionario d ordine di sterminare la popolazione dell 778 parrocchie: “Bisogna massacrare le donne perché non riproducano e i bambini perché sarebbero i futuri briganti. Questo scrissero. Firmato dal ministro della Guerra del tempo Lazare Carnot. Il generale Clébert si è rifiutato di eseguire quell'ordine: “Ma per chi mi prendete? Io sono un soldato non un macellaio. Allora hanno mandato Turreau, un  alcolizzato, con un'armata di vigliacchi.

Nove mesi dopo il generale Hoche, nominato comandante, arrivò in Vandea. Restò inorridito. Scrisse una lettera memorabile e ammirabile al governo della Convenzione: “Non ho mai visto nulla di così atroce. Avete disonorato la Repubblica! Avete disonorato la Rivoluzione! Io porto alla vostra conoscenza che a partire da oggi farò fucilare tutti quelli che obbediranno ai vostri ordini.... Cosa aveva visto? 250.000 massacrati su una popolazione di 600.000 abitanti, paesi e città rase al suolo e bruciate, donne e bambini orrendamente straziati. A Evreux e a Les Mains si ghigliottinavano a decine colpevoli solo di essere nati a Fontaine au Campte. 

Questo fu il genocidio vandeano.

venerdì 9 dicembre 2011

La schiavitu' monetaria di Satana

Una mostruosità storica nata nel 1694 con la Banca dInghilterra - Le parole di Satana

Goethe affermava che «nessuno è più schiavo di chi si ritiene libero senza esserlo». Questo principio è particolarmente valido per il sistema monetario vigente. Il cittadino si illude di essere proprietario dei soldi che ha in tasca, mentre ne è debitore. La banca, infatti, emette la moneta solo prestandola, sicché la moneta circola gravata di debito. Il segno della schiavitù monetaria è data dal fatto che la proprietà nasce nelle mani della banca o, per meglio dire, del banchiere che emette prestando e prestare è prerogativa del proprietario. La moneta, invece, deve nascere di proprietà del cittadino perché è lui che, accettandola, ne crea il valore; tanto è vero che, se si mette un governatore a stampare moneta in un isola deserta, il valore non nasce perché, mancando la collettività, viene meno la possibilità stessa della volontà collettiva che causa questo valore. Come ogni unità di misura (e la moneta è la misura del valore) anche la moneta è una convenzione.


Quando la moneta era d’oro chi trovava una pepita se ne appropriava senza addebitarsi verso la miniera. Oggi al posto della miniera c’è la Banca Centrale, al posto della pepita un pezzo di carta, al posto della proprietà il debito. 
Non si può comprendere come sia stata possibile questa mostruosità storica (nata nel 1694 con la Banca d’Inghilterra e con l’emissione della sterlina) se non si muove dalla definizione della moneta  strumento (sterco) del demonio. La verità di questa definizione è stata avvertita anche da San Francesco d’Assisi quando vietava ai padri questuanti di ricevere oboli in moneta. Noi ora ne dimostreremo la piena fondatezza sulla base delle stesse parole di Satana che stanno nel Vangelo.



Satana, nel Vangelo, parla tre volte. Dopo il digiuno di Cristo nel deserto, Satana Gli dice: «Tramuta le pietre in pane». Per lo più queste parole sono interpretate nel senso di considerarle come tentazione in quanto Cristo era affamato e mangiare pane sarebbe stato motivo della tentazione. Questa interpretazione non è accettabile perché la tentazione è sempre relativa ad un peccato e mangiare pane dopo quaranta giorni di digiuno è moralmente ineccepibile. Dunque la giustificazione delle parole di Satana va intesa diversamente e chi ci dice come interpretare le parole di Satana è proprio Cristo quando, rispondendo a Satana, afferma (Matteo 4,4): «Sta scritto, non di solo pane vive luomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Ciò che sorprende in questa frase di Gesù è la novità della proposta, mai considerata dai teorici dell’interpretazione, di dedurre il significato delle parole non dalla loro espressione letterale, ma dalla bocca che le pronuncia. Quelle parole erano uscite dalla bocca di Satana; sicché per interpretarle esattamente va considerata l’ipotesi, peraltro assurda, che Cristo avesse accettato l’invito di Satana e trasformato le pietre in pane. In tal caso avrebbe potuto ben dire a Cristo: «Tu puoi mangiare pane per mio merito perché io Ti ho dato il consiglio di trasformare le pietre in pane». Quindi Cristo sarebbe stato trasformato da padrone a debitore del Suo pane. 

A ben guardare questa ipotesi si verifica puntualmente nell’emissione della moneta nominale. Quando la Banca Centrale emette moneta prestandola, induce la collettività a crearne il valore accettandola, ma contestualmente la espropria ed indebita di altrettanto, esattamente come Satana avrebbe fatto se Cristo avesse accettato l’invito di trasformare la pietra in pane. Se si mette al posto della pietra la carta, ed al posto del pane l’oro, al posto di Satana la banca, si riscontrano nella emissione della Sterlina oro-carta e di tutte le successive monete nominali, tutte le caratteristiche della tentazione di Satana.


Con la costituzione della Banca d’Inghilterra e del sistema delle Banche Centrali, tutti i popoli del mondo sono stati trasformati da proprietari in debitori ineluttabilmente insolventi del proprio denaro. La banca, infatti, prestando il dovuto all’atto dell’emissione, carica il costo del denaro del 200%. L’umanità è così precipitata in una condizione inferiore a quella della bestia. La bestia, infatti, non ha la proprietà, ma nemmeno il debito. È gran tempo ormai  che si comprenda che tutti possono prestare denaro tranne chi lo emette. Con la moneta debito l’umanità è stata talmente degradata che non a caso si è verificato il fenomeno del «suicidio da insolvenza» come malattia sociale che non ha precedenti nella storia. Ciò conferma la Profezia di Fatima: «I vivi invidieranno i morti». Non si possono valutare esattamente le tentazioni di Satana se non le si considerano nel loro contesto globale. Particolarmente significativa, in questo senso, è la terza tentazione (Matteo 4, 8-9): «… Gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro magnificenza, poi disse a Gesù: tutto questo io Ti darò. Se Ti prostri e mi adori». 

Adorare prostrati significa mettere Satana sull’altare al posto di Dio. Ciò spiega perché gli adoratori di Satana contestano fondamentalmente e necessariamente l’Eucarestia Cattolica.


La circostanza che il Protestantesimo si sia basato sulla contestazione dell’Eucarestia Cattolica ed abbia promosso la costituzione delle Banche Centrali come promotrici della moneta-debito parla da sè. Non a caso il parlamento inglese approva nel 1673 il Test Act: l’editto con cui viene dichiarata illegittima l’Eucarestia Cattolica e la Transustanziazione. Non a caso nel 1694 viene fondata la Banca d’Inghilterra che emette la sterlina sulla regola di trasformare il simbolo di costo nullo in moneta, inaugurando l’era dell’oro-carta. Non a caso nasce la subordinazione del potere religioso a quello politico quando il re d’Inghilterra diventa anche capo della religione protestante anglicana sovvertendo l’ordine gerarchico del Sacro Romano Impero per cui l’autorità politica era autonoma ed eticamente subordinata alla sovranità religiosa. 

Non a caso quando il Protestantesimo entra in Europa continentale non fonda una chiesa, ma una banca: la Banca Protestante il cui presidente, il Neker, diventa consigliere di Luigi XIV. Non a caso tutte le monarchie cattoliche della vecchia Europa si disintegrano perché si indebitano senza contropartita verso i banchieri per la moneta satanica da questi emessa a costo nullo e che gli stessi re avrebbero potuto emettere gratuitamente per proprio conto senza indebitarsi. 

Non a caso in Svizzera vige la regola di essere ad un tempo «banchieri» e «protestanti». Non a caso la differenza essenziale tra Sacro Romano Impero e Commonwealth Britannico è la moneta.

Lì il portatore è proprietario delle moneta, qui è debitore. Non a caso, dopo aver tolto Dio dall’altare con la negazione dell’Eucarestia Cattolica e fondata la Banca d’Inghilterra, il Commonwealth raggiunge nel 1855 una estensione di 22 milioni e 750 mila chilometri quadrati. Oggi tutto il mondo è Commonwealth. Tutto il mondo è «colonia monetaria». Satana, principe di questo mondo, è una persona seria: mantiene le promesse fatte a fin di male. Dopo che il male è stato fatto concede ai suoi adoratori il dominio su tutti i popoli del mondo. Su queste premesse ci si spiega anche la tentazione di Satana quando esorta Cristo a gettarsi dalla cima del tempio della Città Santa. Chi è padrone di tutto il mondo e di tutto il denaro del mondo, o perché lo possiede o perché ne è creditore, non desidera sovranità e ricchezza perché già le possiede, ma ha sete di vanagloria. Si giustifica così anche questa tentazione.


Giacinto Auriti

Fonte >  Abruzzopress (numero 33) del 19 aprile 2001
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